Prefazione (pdf)

Vittorio Civitella, Elvira Landò Gazzolo
Madri di guerra

Collana: Biblioteca del Grifo
Formato: 15x21 cm
Pagine: 198
Prezzo: € 15
Isbn: 978-88-95952-78-9
 

Sandro Antonini
Pescatori e naviganti

Sandro Antonini
Generali e burocrati nazisti in Italia: 1943-1945

Sandro Antonini
La Banda Spiotta e la brigata nera genovese Silvio Parodi

Sandro Antonini
Brigata Coduri

Sandro Antonini
Guerra civile

Sandro Antonini
Io, Bisagno...

Sandro Antonini
Tigullio giorno e notte

Sandro Antonini, Barbara Bernabò
I Magnifici a Sestri Levante

Mauro Baldassarri
Monumenti di carta

Mario Bertelloni
Avansé

Francesco Baratta, Giuseppe Boccoleri
L'insediamento di un'industria
siderurgica nel levante ligure
agli inizi del novecento

Mario Bertelloni
Penna e passione

Giordano Bruschi
Quelli dei comitati

Alberto Bruzzone
New York tales

Vittorio Civitella, Elvira Landò Gazzolo
Madri di guerra. Lettere a Natalia

Carlo Doria
Uons apòn etàim

Marco Fantasia
Una storia sorridente

Daniela Lavagnino
Craviasco

Dario G. Martini
Genovesi malelingue

Giulia Oneto
Leivi ieri

Marco Papagalli
Carmen e Attilio

Marco Porcella
La fatica e la Merica

Pier Sambuceti
Ribelli

Giuseppino Stevané, Sandro Antonini
I padroni del vapore

Giuseppe Valle, Giorgio Viarengo
Parroci e Resistenza nel Tigullio

Giorgio Getto Viarengo
Il processo Spiotta

Giorgio Getto Viarengo
Ottobre 1922

Giorgio Getto Viarengo
Strade di Chiavari

Giorgio Getto Viarengo
Chiavari

Giorgio Getto Viarengo
Il naufragio del Sirio

Giorgio Getto Viarengo
Il ramarro e la sua coda

Luigi Vinelli
Benedetto XV costruttore di pace

Luigi Vinelli
Fortunato Vinelli

Luigi Vinelli
Portofino

Mauro Viviani
La Croce Rossa Italiana a Chiavari

Albino e Gianandrea Zanone
Luci e ombre a Sopralacroce

Vittorio Civitella, Elvira Landò Gazzolo

Madri di guerra

Lettere a Natalia

Si tratta d'una Antologia di lettere scritte da madri coinvolte negli eventi conseguenti alla II Guerra Mondiale.

Tutte le lettere scelte sono state vergate tra il 1963 e il 1964 (a quasi vent'anni dalla fine delle ostilità) e indirizzate a Natalia Wronowska, moglie del Capo Partigiano di"Giustizia e Libertà" Antonio Zolesio, la quale aveva avviato l'operazione di raccolta rivolgendosi alla Rubrica de"La Stampa" Specchio dei Tempi che aveva accolto il suo appello favorendo l'iniziativa.

Dopo che l'intenzione di Natalia di redigerne un libro è sfumata per cause contingenti, l'intero assortimento è giunto nella mani del Ricercatore storico Vittorio Civitella che ha completato l'opera avviata da Natalia curandone la raccolta in un'Antologia ampiamente commentata e arricchita da preziose immagini d'epoca.
 

Vittorio Civitella, ricercatore storico, laureato in Scienze Politiche e Sociali, collabora con l'ILSREC (Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea) sul cui semestrale"Storia e Memoria" pubblica parte dei suoi lavori ed è autore di saggi e studi socio-politici e di La collina delle lucertole, un volume sulla storia del movimento azionista e del partigianato giellista tra 1942 e 1947 nel medio levante ligure. Collabora con i Dipartimenti universitari di Studi politico-sociali e di Studi europei nonché a progetti di ricerca mirati alla ricostruzione biografica di personaggi diversi della Storia nazionale.

Elvira Landò Gazzolo, laureata in filosofia, vinta la cattedra per l'insegnamento sia di Storia e Filosofia sia di Storia dell'Arte, per la Società Economica di Chiavari, di cui è socia, ha curato la pubblicazione del Catalogo del Museo Lorenzo Garaventa (2001) e del Catalogo del Museo del Risorgimento (2006), la sezione più importante del Museo Storico. Ha organizzato convegni e svolto conferenze su temi filosofici, storici, artistici, pedagogici. Collabora a riviste con saggi e ricerche. Ha pubblicato poesie e racconti.
 

Recensioni

"Il Gazzettino Sampierdarenese", 30 aprile 2016 - Benito Poggio

Madri nonne mogli e sorelle eroine invisibili della Resistenza

La presente antologia documentale raccoglie, oltre alle significative "Note introduttive" dello storico Vittorio Civitella e alla motivata "Presentazione" della studiosa Elvira Landò Gazzolo, trenta lettere, tutte di donne.

Le lettere erano pervenute, appena vent'anni dopo la Resistenza, al quotidiano La Stampa per la rubrica "Specchio dei tempi" su iniziativa di Natalìa Zolesio Wronowska, imparentata con il martire Giacomo Matteotti e il cui marito Antonio Zolesio aveva comandato formazioni armate prima nell'area di Fumeri sopra il passo dei Giovi e infine, a fianco della futura Divisione garibaldina "Cichero" di Aldo Gastaldi, in alta Valfontanabuona nell'area da Bargagli e Torriglia.

Come puntualmente annota il curatore, Natalia avviò "un approccio... principalmente presso le madri (n.d.r.: ma anche nonne mogli e sorelle) di coloro che la guerra partigiana l'avevano vissuta più da vicino impegnando la propria persona, le proprie risorse e le proprie idealità."

Queste trenta lettere (e altri documenti annessi) costituiscono non solo una novità come punto di vista cronachistico, ma anche – e non solo secondo chi scrive – un misurato ma prezioso arricchimento della saggistica storica sul grande tema della Resistenza.

Sebbene siano trascorsi ormai ben 70 anni, la Resistenza non deve assolutamente essere dimenticata né messa da parte, anzi la si deve riproporre, nei suoi diversificati e vitali aspetti, con forte convinzione ai giovani d'oggi affinché, come sosteneva Primo Levi, non si dimentichi che "questo è stato".

È infatti, checché se ne pensi e se ne dica, nel movimento resistenziale che sono da ricercare le radici autentiche e profonde delle nostre libertà e democrazia.

Si dice che dietro ad ogni grande uomo c'è sempre una grande donna: questo libro, titolato "Madri di guerra" e attentamente curato dai due autori, ce ne fornisce un'ennesima esaltante testimonianza e un'ennesima convincente dimostrazione a tutti gli effetti.

Sono lettere di madri nonne mogli e sorelle i cui figli nipoti mariti e fratelli, allontanandosi dalle loro famiglie e dai loro affetti più cari, avevano scelto la lotta partigiana sui monti, lontani dalle loro case, tra agguati e minacce, pericoli e sofferenze di ogni genere.

Proprio per tutto ciò – giustamente – sono diventati eroi e come tali li ricordiamo e li ricorderemo sempre.

Ma chi ha mai provato a chiedersi che cosa facevano e come si comportavano le donne – madri nonne mogli e sorelle – lasciate sole e rimaste nelle loro case in balìa di nazisti e fascisti, mentre i loro uomini combattevano?

Nel loro libro Civitella e Landò Gazzolo ci offrono una risposta piena e chiara, svelandoci una verità che è bene conoscere e tramandare.

Le lettere e i documenti qui raccolti sono testimonianze femminili e "al femminile" che, a volte nella loro semplicità stilistica, rievocano fatti di esemplare coraggio e di generoso aiuto prestato sempre a proprio rischio: fatti tenuti nascosti per anni, ma non per questo meno degni ora di essere conosciuti e "fare storia".

Erano donne discrete e quanto mai coraggiose, pur se minacciate e tenute d'occhio nei loro contatti coi partigiani:
chi assisteva i partigiani tenuti nascosti in una casa di campagna;
chi, da moglie di medico e infermiera, rischiava la vita per portare medicinali e curare i partigiani malati;
chi procurava loro cibo e vestiario;
chi, da ostetrica, aiutava a partorire tanto le mogli dei partigiani quanto le mogli dei fascisti;
chi, ancora ragazzina, rischiava operando da staffetta;
chi, firmandosi "Capinera", scriveva una lettera "al boia di Albenga" perché si convertisse al bene;
chi, per visitare il figlio ricoverato in ospedale, si era vista puntare contro il fucile, ma non era arretrata;
chi, da insegnante, pur collaborando con i partigiani, soffriva per una guerra fratricida che vedeva tra le vittime tanti suoi alunni...

E quanti, quanti esempi di abnegazione e coraggio ci hanno offerto tante donne sconosciute!

La bella edizione, arricchita da quasi una trentina di foto divenute storiche e da un utile e coerente indice dei nomi, contiene altresì un opportuno ricordo di Genoeffa Cocconi Cervi, i cui sette figli vennero fucilati e che qui, a ragione, è definita "La madre di tutte le madri di guerra".

 

Il commento dei lettori

... opera originale e di grande valore umano.
Getto Viarengo, 07.06.2015

... straordinario, magnifico, commovente: l'ho letto d'un fiato!
Daniela Schiaffino, 09.06.2015

... una bella opera, frutto anche d'una infinita pazienza.
Roberto Kasman, 11.06.2015

... sono riuscita a leggerne le pagine iniziali rimanendone incantata, sia per l'interesse oggettivo dell'operazione, sia per quanto avete così sapientemente scritto.
Anna Lazzarino Del Grosso, 19.06.2015

... ho cominciato a leggerlo e mi sono lasciato letteralmente prendere dal libro... L'insieme di tante microstorie risulta davvero prima origine della macrostoria: tasselli di vita vissuta, sofferta e spesso tormentata, narrata 'in simplicitate cordium', che rendono merito ai sacrifici e al coraggio di tante donne [...] A mio modo di sentire un bel libro davvero, anche nelle due presentazioni che condivido in toto.
Benito Poggio, 19.06.2015

... confermo: si tratta di operazione meritoria e pulita. [...] Ravviso due matrici fondamentali: la prima è che le lettere, quasi tutte, nascono da profonde esperienze personali che riconducono alla guerra vissuta sulla propria pelle. Che ha originato gli scritti, come gli anelli d'una catena. La seconda è che la guerra vissuta sulla propria pelle ... è quella dell'occupazione tedesca e della RSI. [...] "Madri di Guerra", per sovrappiù, si avvale d'un commento di notevole chiarificazione e si dovrebbe collocare, a buon diritto, nelle testimonianze da ricordare.
Sandro Antonini, 22.06.2015

...Madri di guerra / zolle fecondate / nutrici di spighe dorate / alte al sole / vi tradì la falce / della mietitura / improvvida / spietata / e voi a raccogliere chicchi / ad uno ad uno / senza fare alcuna distinzione / crocifisse alla dedizione. / Madri di guerra / da Voi nacque / e oggi rinasce il senso / spesso oscuro / della vita.
Francesco Brunetti, 05.07.2015

Ho finito stamane di leggere il bel libro ... l'ho molto apprezzato: e per più d'una ragione. Intanto perché dà spazio al racconto di donne normali, umili e anche "dell'altra parte". Poi perché la ... scrittura è chiara, elegante e piena di sentimento. Ci sono diversi passi che mi sono rimasti più impressi ... insomma una lettura interessante che stimola molte riflessioni. [...] Grazie per queste preziose testimonianze.
Carlotta Gualco, 12.07.2015

Ho acquistato il libro: l'ho letto e lo rileggerò. Desidero ringraziarla per la sensibilità e l'intelligenza con la quale ha trattato la materia. [...] Quella lettera è l'immagine che meglio riassume l'anima di mio padre quando pensava e parlava del suo passato di soldato. È quasi una magia che sia stata pubblicata dopo così tanto tempo. Mio padre, da lassù, in questo momento sorride e la ringrazia con la stessa intensità e partecipazione con le quali io scrivo questa lettera.
Daniele Genitrini, 24.07.2015

L'altra metà della Resistenza nel racconto di donne allo stesso tempo comuni – appartengono al popolo, non hanno esperienze di militanza politica alle spalle ma agiscono spinte da un profondo imperativo morale: il dovere per il dovere - e straordinarie. In loro si fondono sprezzo per il pericolo sino a rasentare l'incoscienza, ironia, amore sincero per l'umanità sino ad arrivare alla tenera ingenuità della mamma che sogna di redimere un incallito criminale fascista. Tante storie nascoste riportate alla luce con meritoria dedizione dei curatori e, chicca finale, la toccante lettera "che una madre non scrisse mai..."
Fabrizio Borsella, 03.08.2015

[...] ...ma questo non è un libro sulla Liguria, piuttosto, ed è naturale, prevalgono le lettere piemontesi, e non è solo un libro sulla Resistenza, come forse avrebbe voluto Natalia. Ci sono, è vero, alcune lettere ... di persone che hanno appartenuto a formazioni partigiane, molte altre di chi con queste ha collaborato, ma soprattutto, vi è rappresentata la vasta area di quella che di frequente è stata definita dagli storici più recenti come un'area 'neutra' tra le forze partigiane e repubblichine. Un'area i cui appartenenti però, allorquando si sono trovati a dover soccorrere un partigiano ferito, non si sono tirati indietro e hanno compiuto il proprio dovere... Questo è per noi il vero pregio dell'opera: il dar voce a quella parte di popolazione (in prevalenza femminile) apparentemente indifferente ... ma che tale era solo in quanto non le era stata data l'occasione e la possibilità di scegliere in tutta coscienza da che parte stare [...]"
Agostino Pendola, 06.08.2015

Questo libro, garbato eppur rigoroso, ha risvegliato in me ricordi ormai lontani che purtroppo stanno svanendo con l'età. Fra i tanti, forse minore e certo un po' intimista, quello richiamato da 3 foto della terrazza di casa Matteotti, in Piazza Roma a Chiavari, dove i miei genitori furono ospitati per qualche giorno dopo la distruzione di casa nostra in un bombardamento di Genova verso la fine del 1942. [...] Ricordavo già abbastanza bene la terrazza, anche se allora ero solo un bambinetto; anzi, il mio ricordo più vivo – a parte quello d'un primo dente caduto e messo sulla finestra della terrazza per il topolino che mi avrebbe portato un regalo- è quello di una casetta costruita per me e mio fratello (Gustavo – NdR) su quella terrazza da uno dei fratelli Matteotti. Poi le nostre strade si separarono: noi, dopo l'8 settembre, ci nascondemmo in un convento di suore a Chiavari, mentre mio padre (Gaetano – NdR) andò partigiano sui monti della Val di Vara, dove sicuramente collaborò con Antonio Zolesio, anch' egli, come mio padre, inizialmente facente capo al paesino di Torpiana, sulle pendici del Monte Gottero. Questo libro, però, con la sua coinvolgente raccolta di lettere, mi ha ricordato soprattutto mia madre. Avrei voluto leggere anche una sua lettera sulle vicende sue, di mio padre e della nostra famiglia. Probabilmente non era venuta a conoscenza dell'appello di Natalia Wronowska Zolesio pubblicato su La Stampa; comunque ormai è troppo tardi e solo resta insieme al rimpianto di tanti cari ormai scomparsi, il dispiacere per lo svanire dei ricordi che le mie limitate ricerche su tali vicende riusciranno a tramandare solo in parte ai miei figli e ai loro figli. Ricordi che, tuttavia, questo libro curato da Vittorio C ivitella ed Elvira Landò Gazzolo, ha contribuito a ravvivare ed in parte chiarire; e per questo sono loro grato.
Giorgio Basevi, 08.08.2015

... Si tratta di un aspetto sinora poco considerato delle tante corrispondenze intercorse in periodo di guerra ed invece, come dimostrano bene i testi e i commenti, molto interessante per comprendere a fondo il dramma della guerra e la necessità che non si debba mai più riproporre. Tra l'altro il volume completa una volta di più... lo sforzo storico e civile per valorizzare appieno la figura di Antonio Zolesio e della sua famiglia, in questo caso attraverso l'impegno accurato e intelligente della moglie Natalia Wronowska. Ringrazio dunque davvero etc...
Egidio Banti, 16.08.2015

... e credo che abbiate fatto davvero un'importante operazione culturale, dando voce e memoria a tante "madri di guerra", dalle più "importanti" alle più umili e sconosciute.
Roberto Pettinaroli, 21.08.2015

[...] desidero ringraziare ... per il volume "Madri di Guerra" da voi curato ... L'argomento è d'interesse come tutto ciò che permette di entrare nelle pieghe della Storia, dando la verità e la concretezza del vissuto. Questa vostra opera ripropone sentimenti profondi, eroismi, sofferenze, quali le madri sanno avere ed esprimere. Non tacete neppure delusioni, risentimenti, addirittura nefandezze. A mio parere non è solo consentire di esprimersi a tutte le voci, ma di dare il quadro realistico della guerra civile, la peggiore delle guerre, la più sofferta e di difficile lettura per la Storia. Complimenti e ancora grazie...
Alberto Tanasini Vescovo Diocesano, 20.08.2015