Le prime pagine del libro (pdf)

In uscita a ottobre 2013

Guido Gozzano
Piumadoro e Piombofino

Collana: Biblioteca dei bimbi
Formato: 21x29 cm
Pagine: 32
Prezzo: € 10,50
Isbn: 978-88-95952-55-0
 

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Guido Gozzano
Piumadoro e Piombofino

Guido Gozzano

Piumadoro e Piombofino

Guido Gozzano ci ha lasciato una raccolta di fiabe di grande delicatezza, frutto del suo amore per tutto quanto, nel mondo della fantasia come nella realtà, sa evocare il sentimento liberante della leggerezza e la "grande tenerezza per le cose che vivono".

Che si tratti di creature fatate, di farfalle dall'esistenza effimera, di cetonie smeraldine o di nivei soffioni, la loro natura è quella della spuma. Le sue fiabe parlano all'intimità di chi, a prescindere dell'età anagrafica, si trova a vivere il difficile momento di passaggio da uno stato all'altro. (Roberta Borsani).

La fiaba Piumadoro e Piombofino racconta la storia di una ragazzina, la cui infanzia trascorre con la sola compagnia del nonno carbonaio, "amata dalle amiche e dalle vecchiette degli altri casolari". A un certo punto diventa leggera, ma così leggera, che il nonno dapprima è costretto ad appendere quattro pietre all'orlo della sua gonna, per non farla trascinare via dal vento, poi a chiuderla in casa, dove però lei si annoia mortalmente.

Quando sul nonno non potrà più contare, Piumadoro sarà costretta ad uscire di casa, lasciandosi rapire dal vento e seguendo inerme le sue correnti, sempre come una piuma... e cominceranno le sue straordinarie avventure, i suoi meravigliosi incontri.

Silvia Talamona ha realizzato illustrazioni aeree, lievi, incantate, limpide e precise nel dettaglio, in totale armonia con lo spirito di Gozzano.
 

Guido Gozzano (1883 – 1916), ritenuto il massimo esponente del crepuscolarismo, nelle sue opere riserva lo stesso commosso distacco e lo stesso sguardo ironico alla vacua fede letteraria, per la quale non si può non provare vergogna, e al personaggio autobiografico con cui racconta il dannunzianesimo vissuto nella grigia realtà quotidiana. Puntando su una poesia capace di assecondare l'andamento del parlato senza uscire dalla metrica tradizionale, persegue con una felicità proverbiale la rivalutazione estetica del reale già avviata proprio da D'Annunzio, e per questa via scopre che il fascino libresco, conferito dalla patina del tempo alle "buone cose di pessimo gusto", del passato, non si distingue poi molto dalle attrattive dell'arte. Per tutto il corso della sua vita Gozzano collaborò a giornali e riviste con recensioni letterarie, fiabe per bambini e novelle.